Presentazione del blog

Benvenuti nel blog di stampo scientifico "Dermatologia botanica", interamente dedicato all'uso nella dermatologia delle piante, e in particolar modo di quelle presenti nell'Orto Botanico di Pavia.


Dopo aver visitato la sezione dell'Orto botanico di Pavia dedicata alle piante officinali e aver raccolto dati (fotografie, depliant dell'Orto), ho fatto un'approfondita ricerca sull'uso di queste piante in campo dermatologico, consultando alcuni libri e il web, scoprendo che esistono moltissime cure fitoterapiche.
Questo blog si pone appunto l'obiettivo di illustrare in modo scientifico in che modo le piante vengono utilizzate, analizzandone le potenzialità curative, senza trascurare però gli effetti dannosi di alcune di esse.


10 settembre 2007

Dermatiti da contatto

Le piante possono provocare 2 tipi di DERMATITI DA CONTATTO: quelle MECCANICHE e quelle CHIMICHE.

- MECCANICHE: Il principale irritante è il CACTUS ("Opuntia Microdasys"), della famiglia delle CATACEAE, che possiede grosse spine che possono indurre reazioni simili alle reazioni cutanee provocate dalla scabbia e alle dermatiti da fibre di vetro.
Queste spine hanno una superficie dentata e una volta infilate nella pelle è difficilissimo farle uscire.
Oltre alla reazione irritativa esiste poi la possibilità di inoculazione di microrganismi come il clostridium tetani e lo staphilococcus aureus.

Trattamento: rimozione delle spine con una garza da incollare alla pelle e poi strappare.

- CHIMICHE: Esistono diverse famiglie di piante che contengono irritanti chimici, tra cui le principali sono:

- Amaryllidaceae
- Araceae
- Bromeliaceae
- Cruciferae
- Euphorbiaceae
- Liliaceae
- Polygoniaceae
- Ranunculaceae
- Solanaceae

L'irritante chimico principale è il Calcium oxalate, che è contenuto in grandi quantità nella DIFFENBACHIA PICTA (famiglia ARACEE), una pianta che decora le case di milioni di famiglie americane, e che viene rilasciato in seguito al contatto con le sue foglie; può causare bruciore, edema delle mucose e la formazione di bolle, di durata fino a 12 giorni.
Inoltre il Calcium oxalate accentua l’irritabilità delle altre sostanze chimiche e un tipico esempio sono gli enzimi proteolitici dell’ ANANAS COMOSUS, che danneggiano i lavoratori nelle piantagioni di ananas.

Tra i più comuni pruriti causati dalle piante c'è poi il prurito da GIUNCHIGLIA ("NARCISUS SPP.", della famiglia delle AMARYLLIDACEAE), che colpisce le mani causando eritemi e fissurazioni.

L'EUFORBIA PLATIFILLA è invece nota per il suo latte irritante, ma il suo nome deriva dalle proprietà purgative dei suoi semi; il latte può dare addirittura temporanea cecità se entra in contatto con gli occhi.


Infine il PEPERONCINO contiene capsaicina, che se applicata per più di 20 giorni sulla pelle induce all'atrofia delle terminazioni nervose dando una sensazione di anestesia, che viene però anche sfruttata come terapia per i pruriti cronici.

Trattamento: immediato lavaggio con saponi blandi e abbondante acqua, seguito dall'immersione della zona interessata in oli vegetali.

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