Presentazione del blog
Dopo aver visitato la sezione dell'Orto botanico di Pavia dedicata alle piante officinali e aver raccolto dati (fotografie, depliant dell'Orto), ho fatto un'approfondita ricerca sull'uso di queste piante in campo dermatologico, consultando alcuni libri e il web, scoprendo che esistono moltissime cure fitoterapiche.
Questo blog si pone appunto l'obiettivo di illustrare in modo scientifico in che modo le piante vengono utilizzate, analizzandone le potenzialità curative, senza trascurare però gli effetti dannosi di alcune di esse.
13 settembre 2007
Nomenclatura delle piante
Ad esempio in "Toxicodendron radicans (L.) O. Ktze": (L.) si riferisce a Linnaeus, che applicò per primo l'epiteto "radicans"; O. Ktze sta per Otto Kuntze, che trasferì per primo "radicans" nel genere "Toxicodendron".
Gli epiteti generici e specifici includono le categorie minori della nomenclatura, mentre i gruppi sopragenerici mostrano la relazione naturale tra le piante e comprendono le categorie minori della nomenclatura.
I nomi delle piante sono generalmente stabili ma a volte possono cambiare, se le ricerche dimostrano che un gruppo che si credeva naturale in realtà non lo è.
Per l'identificazione della pianta sono necessari i suoi campioni: in particolare le piante erbacee possono essere raccolte intere, mentre le piante legnose devono essere raccolte con circa 10 centimetri dei loro rami, compresi le foglie, i fiori o i frutti.
I campioni delle piante da identificare possono essere pressati o messi in una busta di plastica senza l'aggiunta di acqua.
11 settembre 2007
Callosità e Ipercheratosi
- CEDRUS LIBANI: M.G. 1 DH; S. 50 gocce al dì
Verruche
Haematoxylum campechianum
Henné
Podophyllum peltatum
Veratrum californicum
Alizarina rossa e Robbia
In dermatologia è utilizzata per descrivere la localizzazione del calcio nel derma in patologie come il PSEUDOXANTOMA ELASTICUM e la CALCINOSIS CUTIS.
Anacardiaceae allergens
Ruta graveolens
Un'altra interpretazione vede nella Ruta un rimedio prezioso per la vista, infatti nel mondo classico piccole dosi della pianta venivano utilizzate nell’astenia visiva, in quanto capaci di rendere più acuta la vista, soprattutto dopo sforzi prolungati.
Attualmente è invece stata riconosciuta la sua utilità per curare l'orticaria, le verruche e l'eresipela.
Psoralea corifolia
Peperoncino
Strophanthus e Dioscorea
Il governo messicano approfittò subito di quest'occasione e nazionalizzò l'industria degli corticosteroidi, istituendo inoltre il monopolio dei materiali e del processo necessario.
10 settembre 2007
Dermatiti allergiche da contatto
- il TOXICODENDRON RADICANS, le cui foglie sono velenose (perchè contengono urusiolo) e sempre raggruppate in gruppi da tre, mentre i fiori crescono alla base della pianta e i frutti, quando maturi, diventano bianchi.
In Africa questa sostanza è stata usata durante i riti per l’induzione delle cicatrici.
Esistono 1350 diversi tipi di SEQUITERPENE LACTONES e il tipo che la pianta produrrà dipende dalla sua localizzazione e dalle condizioni metereologiche.
L'allerginicità di queste piante è bassa e si può incontrare solo nei giardinieri.
Nelle casalinghe e nei cuochi l’aglio è la causa più frequente della dermatite delle dita.
Fitofotodermatiti
La fitofototossicità implica una reazione infiammatoria causata dalla combinazione di un agente fotosensibilizzante della pianta, seguita da un’esposizione ai raggi ultravioletti, che modifica la molecola che diventa così dannosa.
Le specie europee che causano più frequentemente le fitofotodermatiti sono l'ERACLEUM SPHONDYLIUM e l'ANTHRISCUS SYLVESTRIS.
Le fitofotodermatiti possono insorgere facendo giardinaggio, lavorando con frutta e verdura, facendo jogging o attraverso medicazioni e cosmetici.
Le principali specie di piante fitofototossiche che causano le fitofotodermatiti sono le UMBRELLIFEREAE (che fanno parte delle APPIACEAE) e le RUTACEAE.
La fitofototossicità in queste piante è causata dal FUROCOUMARINE, che è forse usato da queste ultime come difesa naturale contro i funghi infatti, quando attaccate dai funghi, aumentano la produzione di questa sostanza fino a 300 volte.
Tra le RUTACEAE la RUTA GRAVEOLENS ha una lunga storia nella medicina popolare come rimedio per l’orticaria, le verruche e l'erisipela ed è anche la causa più frequente della fototossicità nei giardini della Gran Bretagna.
Dermatiti da contatto
- MECCANICHE: Il principale irritante è il CACTUS ("Opuntia Microdasys"), della famiglia delle CATACEAE, che possiede grosse spine che possono indurre reazioni simili alle reazioni cutanee provocate dalla scabbia e alle dermatiti da fibre di vetro.
Queste spine hanno una superficie dentata e una volta infilate nella pelle è difficilissimo farle uscire.
Oltre alla reazione irritativa esiste poi la possibilità di inoculazione di microrganismi come il clostridium tetani e lo staphilococcus aureus.
Trattamento: rimozione delle spine con una garza da incollare alla pelle e poi strappare.
- CHIMICHE: Esistono diverse famiglie di piante che contengono irritanti chimici, tra cui le principali sono:
- Amaryllidaceae
- Araceae
- Bromeliaceae
- Cruciferae
- Euphorbiaceae
- Liliaceae
- Polygoniaceae
- Ranunculaceae
- Solanaceae
L'irritante chimico principale è il Calcium oxalate, che è contenuto in grandi quantità nella DIFFENBACHIA PICTA (famiglia ARACEE), una pianta che decora le case di milioni di famiglie americane, e che viene rilasciato in seguito al contatto con le sue foglie; può causare bruciore, edema delle mucose e la formazione di bolle, di durata fino a 12 giorni.
Inoltre il Calcium oxalate accentua l’irritabilità delle altre sostanze chimiche e un tipico esempio sono gli enzimi proteolitici dell’ ANANAS COMOSUS, che danneggiano i lavoratori nelle piantagioni di ananas.
Tra i più comuni pruriti causati dalle piante c'è poi il prurito da GIUNCHIGLIA ("NARCISUS SPP.", della famiglia delle AMARYLLIDACEAE), che colpisce le mani causando eritemi e fissurazioni.
L'EUFORBIA PLATIFILLA è invece nota per il suo latte irritante, ma il suo nome deriva dalle proprietà purgative dei suoi semi; il latte può dare addirittura temporanea cecità se entra in contatto con gli occhi.
Infine il PEPERONCINO contiene capsaicina, che se applicata per più di 20 giorni sulla pelle induce all'atrofia delle terminazioni nervose dando una sensazione di anestesia, che viene però anche sfruttata come terapia per i pruriti cronici.
Trattamento: immediato lavaggio con saponi blandi e abbondante acqua, seguito dall'immersione della zona interessata in oli vegetali.
3 settembre 2007
Orticaria da contatto
E' una reazione non immunologica, che si verifica nella maggior parte degli indvidui che vengono a contatto con le piante del tipo "ortica" (la parola "orticaria" deriva dal latino "urtica" ).
Queste piante sulle loro foglie contengono "tricomi", cioè sottili aghi sottili come capelli, che alla base contengono un bulbo; a contatto con la pelle si staccano dalla foglia e, attraverso il tricoma, rilasciano il loro contenuto nella cute, provocando rilascio di istamina, quindi l'orticaria.
La reazione può durare fino a 12 ore.
La più comune ortica negli Stati Uniti è l'"urtica dioica", mentre la più pericolosa è l'australiana "dendrocnide", che ha causato anche la morte di un individuo.
Esistono anche forme di orticaria di tipo immunologico, nelle quali i soggetti hanno un'allergia nei confronti di alcune piante e possono
venire in contatto tramite i cibi o inalando i loro pollini.
Tipico caso è il sedano ("apium graveolens", che può causare l'orticaria
generalizzata o crisi anafilattiche).
In questo bollendo o congelando la pianta diminuisce la sua allergenicità.